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Cefpas FlashNews 5 luglio 2017

 
Servizio Comunicazione CEFPAS
Cefpas FlashNews 5 luglio 2017
di Servizio Comunicazione CEFPAS - mercoledì, 6 settembre 2017, 14:20
 


Cefpas FlashNews  5 luglio 2017




Randagismo. Esperti a confronto

Cefpas, 27 – 28 giugno 2017


Randagismo? Cos’è costui? si potrebbe dire parafrasando, in modo volutamente scorretto, Alessandro Manzoni.  Per allargare le nostre vedute, su qualcosa che ci interessa da vicino, abbiamo posto a due esperti del settore, Antonino Virga, dirigente del servizio di sanità veterinaria del  dipartimento DASOE dell’Assessorato della salute della Regione siciliana e Claudio Fantini, vice presidente della fondazione Mondo animale,  alcune domande che ci permettano di ampliare leggermente il nostro punto di vista.

 

Dott. Virga, il randagismo può essere veramente prevenuto o limitato?

 -    Si. Nella misura in cui le amministrazioni possono contare su una gestione anagrafica efficiente su base informatizzata, in maniera tale da poter rendere riconoscibile un animale, attribuendone la proprietà ad un detentore.

 Lei ha parlato di gestione anagrafica. Può chiarirci meglio il concetto?

 -    La nuova anagrafe che ci accingiamo a sperimentare, l’ACRES, acronimo che decriptiamo in anagrafe canina Regione siciliana, secondo un disegno ministeriale, consentirà di associare al codice identificativo dell’animale un numero ulteriore di informazioni di tipo sanitario e non, come passaggi di proprietà, trattamenti terapeutici effettuati sull'animale, sterilizzazioni e via discorrendo. Lo stesso sistema, consentirà inoltre, di gestire su base informatizzata le strutture di ricovero – rifugi sanitari e per il ricovero – e le movimentazioni degli animali all'interno degli stessi: entrate, uscite, affidamenti in adozione ecc.

 Dott. Fantini, tra addetti ai lavori si parla oggi di strutture di ricovero. Siamo in presenza di una forma  eufemistica,  legislativo – burocratica, per definire il canile?

 -    Io preferisco invero, utilizzare il termine canile sanitario. Non sempre esso corrisponde all'idea di canile diffusa nell'immaginario collettivo. Attorno ad esso ruotano diverse figure professionali, per le attività di prevenzione, diagnosi e cura. Oltre al veterinario, il canile si avvale di etologi, psicologi, educatori professionali. Il canile è il luogo del confronto del dolore con il dolore e dell’esclusione con l’esclusione. Il canile è infatti un punto d’incontro di persone tra loro diversissime. Può essere frequentato dagli anziani, oppure da coloro che hanno subito un lutto, una perdita, un trauma esistenziale o sentimentale. Il cane è infatti un medium che facilita le relazioni umane. Bisogna però stare molto attenti. 

Le persone che si avvicinano al canile, possono ahimè sommare il loro dolore a quello dell’animale mettendo in moto un meccanismo di burnout. Ed ecco perché entrano in gioco figure come quella dello psicologo. Ma la maggior parte di coloro che si accostano alla struttura di ricovero, leniscono il loro dispiacere sciogliendo anche il patimento dell’animale. Compiono un’azione compensativa. La propria afflizione rappresenta la spinta ad eliminare la sofferenza dell’animale. La soddisfazione che se ne trae fa sì che il proprio dolore sia liso assieme a quello dell’animale. Anche in questo caso però è necessario un fondamentale passaggio, per non cadere in un circolo vizioso. Questo avviluppamento dell’uno nel dolore dell’altro deve essere transitorio per lasciare poi il posto alla normale dinamica delle relazioni umane. 

Luigia Carbone, carbone@cefpas.it           

 

 

 




Executive master in  psiconeuroendocrinoimmunologia: diagnosi e cura dello stress 2016 - 2017. Esami finali

Cefpas, 4 luglio 2017


Si è conclusa il 4 luglio, con la presentazione di un project work, la prima edizione  dell’ executive master Psiconeuroendocrinoimmunologia: diagnosi e cura dello stress” 2016-2017.

Innovativa esperienza di integrazione, anche nel suo momento conclusivo: i progetti presentati sono stati improntati sul lavoro multidisciplinare che ha visto medici, infermieri, psicologi, ostetrici e assistenti sociali collaborare per il fine comune.

Cure integrate, promozione della salute e stili di vita, centralità della persona e della relazione nei percorsi di cura e di prevenzione, allattamento ed esperienza della nascita in ottica PNEI, sono alcune delle tematiche affrontate.

Ed ancora, stress e disturbi del sonno, spiritualità per il benessere, enneagramma e gestione dello stress, psicomotricità, alimentazione e stress lavoro – correlato e tecniche yoga.

Un lavoro condiviso, a più voci e con molteplici competenze in azione, a garanzia di efficacia per un nuovo modello di equipe integrata.

Il percorso ha rappresentato, a detta dei partecipanti, un’esperienza di vita, che ha generato un cambiamento. Cambiamento di prospettiva del proprio modo di agire il proprio ruolo professionale ma anche di vivere la propria individualità, nel continuo, personale, processo di adattamento dinamico allostatico al mondo.

Si tratta della conclusione di un “nuovo inizio” per le cure integrate ed il benessere della persona che vedrà prossimamente la riedizione del percorso.

Maria Luisa Zoda, zoda@cefpas.it

 

 


 

 

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