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Cefpas FlashNews 30 ottobre 2019

 
Servizio Comunicazione CEFPAS
Cefpas FlashNews 30 ottobre 2019
by Servizio Comunicazione CEFPAS - Wednesday, 30 October 2019, 7:10 PM
 


Cefpas FlashNews  30 ottobre 2019





Concluso al Cefpas il programma formativo per CCA e Riferimenti Civici della Salute



rcs1Si è concluso il 30 ottobre, il programma formativo per i riferimenti civici della salute e il personale dei comitati consultivi delle aziende sanitarie siciliane, percorso destinato ai rappresentanti dei Comitati consultivi aziendali e ai riferimenti civici della salute, figura istituita con il Documento di indirizzo del 2014 a firma dell’Assessore della Salute inviato a tutte le Aziende Sanitarie della Regione Siciliana per dare avvio alla Rete Civica della Salute.

Per valorizzare l’apporto al Sistema sanitario regionale della partecipazione civica negli organismi di empowerment in Sanità, generati in Sicilia dalla L.r. 5/2009, è necessario consolidare competenze e conoscenze nell’ambito di percorsi di informazione e formazione che promuovano la cultura dell’integrazione dei cittadini nella e per la Sanità siciliana. Conoscere bene l’offerta dei servizi sanitari pubblici, essere informati meglio sull’accesso ed il buon uso corretto e responsabile, partecipare attivamente alla loro valutazione esterna, sono azioni indispensabili per salvaguardare il diritto costituzionale alla tutela della salute.

A tale scopo, lo stesso documento di indirizzo ha previsto che la formazione a regime dei duemila riferimenti della salute distribuiti in proporzione nei 390 Comuni dell’Isola, sia affidata al CEFPAS e che lo stesso percorso includa i nuovi Componenti del CCA, considerato il rinnovo dei Comitati Consultivi Aziendali (CCA) decorso il secondo triennio.

Con riferimento al documento di indirizzo assessoriale, l’articolazione del percorso formativo (agosto 2018 – novembre 2019) ha previsto una prima fase selettiva, utile a selezionare Riferimenti Civici e Componenti di CCA (accreditati e richiedenti) fino ad un numero massimo di 70 operatori e conclusa con un incontro di presentazione del programma formativo e di assessment motivazionale e selettivo. Le giornate di formazione vera e propria hanno coinvolto partecipanti provenienti dalle diverse aree territoriali, scelti in modo ponderato rispetto alle dimensioni territoriali delle Aziende Sanitarie Provinciali. Blended la metodologia impiegata, per consentire la condivisione del materiale didattico utile alle successive sessioni decentrate, uniformare il linguaggio e assicurare omogeneità alla formazione diffusa sul territorio; il percorso si è poi concluso con una giornata dedicata ai colloqui finali. Test di prova i Moduli Formativi decentrati di 40 ore, condotti dai partecipanti al corso di Formazione, coordinati dal CEFPAS col supporto della Conferenza regionale dei CCA e degli Uffici Formazione Aziendali (novembre 2018 – Giugno 2019). Temi caldi della formazione decentrata: la Salute nella Costituzione Italiana e l’assetto istituzionale del SSR , la sussidiarietà orizzontale: governare con i Cittadini, la qualità in Sanità, il controllo di gestione e del rischio clinico, la Pianificazione sanitaria aziendale, il Sistema Obiettivi, la valutazione della performance organizzativa ed individuale, la valutazione esterna del SSR, il ruolo e funzioni dei CCA all’interno delle Aziende Sanitarie/Ospedaliere per il loro governo e miglioramento. La disponibilità ad essere risorsa.

rcs 2Al convegno conclusivo, presieduto dalla dott.ssa Maria Letizia Di Liberti - Dirigente Generale del DASOE, Pieremilio Vasta – Past President della Conferenza dei Comitati Consultivi, Pier Francesco Rizza – Presidente della Conferenza dei Comitati Consultivi e dall’ing. Roberto Sanfilippo, direttore del CEFPAS, sono intervenuti in video conferenza il dott. Remo Bonichi (AISDET) sul ruolo del cittadino nei percorsi di cura e assistenza e il dott. Pier Sergio Caltabiano, direttore della Formazione del CEFPAS su Empowerment e Self Leadership nei contesti sanitari. Dopo il saluto del Direttore Generale del CEFPAS Sanfilippo che ha augurato ai presenti ottimi auspici per il lavoro sui territori, ha preso la parola la dott.ssa Maria Letizia Di Liberti. “Sono contenta di essere in quest’aula dove non c’è un posto vuoto – ha detto Maria Letizia Di Liberti - insieme a Rete Civica abbiamo condiviso la programmazione della formazione dei riferimenti civici e dei rappresentanti dei CCA, declinando competenze e motivazioni dei partecipanti. Questo è un percorso formativo prima ancora che tecnico, culturale e comprensivo del ruolo di partecipante attivo che il cittadino ha per il miglioramento dell’offerta dei servizi del sistema sanitario regionale. Chi partecipa alla Rete Civica e ai CCA  - ha detto Di Liberti - deve avere il ruolo chi ascolta che è funzione fondamentale. In un mondo in cui siamo impegnati a parlare senza domandarci se gli altri ci ascoltino o abbiano compreso il nostro messaggi, l’ascolto, da parte dei riferimenti civici della salute e dei componenti dei CCA aziendali diventa ruolo cardine per comprendere i fabbisogni e restituirli a chi si occupa di governarne sanitaria. Ecco perché nei tavoli tecnici abbiamo coinvolto coloro che operano nei territori, perché il dato autentico è fondamentale per fare programmazione. E per fare programmazione sanitaria aderente ai bisogni del territorio oltre ai dati, bisogna ascoltare. Il vostro ruolo - ha concluso Di Liberti  - è quello di ascoltare, incontrare, sentire, evidenziare le criticità per contribuire ad un’offerta sanitaria sempre più appropriata e aderente alla domanda di salute dei cittadini”. 

 

Ha richiamato l’esigenza di un concreto sostegno assessoriale ai riferimenti civici e ai volontari dei CCA e di un coinvolgimento corale, operativo e non solo formale delle direzioni generali della aziende sanitarie Pier Francesco Rizza, che si è rivolto direttamente al dirigente generale del DASOE ringraziando per gli obiettivi raggiunti nell'ambito di un percorso partecipato che ora guarda al futuro. Ben oltre il 60% dei cittadini, tenuto conto di un obiettivo stimato di 100.000 cittadini informati, è stato raggiunto dalle informazioni che riguardano il sistema sanitario – “Pillole per la Salute” vanta al suo attivo ben 62.000 contatti – ma ancora molto bisogna fare per completare quel “passaggio epocale di mentalità ce consiste nella transizione da una condizione di passività ad una condizione di consapevolezza dei diritti e degli obblighi che il cittadino ha nei confronti dell’azienda sanitaria”. A ricordare che “si può ancora fare di più” anche Remo Bonichi che in video conferenza ha puntualizzato quanto “il futuro dei CCA sia l’unione tra i professionisti e i pazienti”. Secondo Bonichi, i CCA devono via via assumere una posizione “significativa nel SSR regionale per supportare la gestione sanitaria, migliorare i percorsi assistenziali svolgendo un ruolo educativo verso le famiglie e le persone”, in uno scenario che vede la Sicilia penultima nel ranking della speranza di vita in buona salute e previsioni demografiche dei prossimi vent’anni che stimano un’inversione di tendenza percentuale da 3,5 a 5,3 del rapporto tra 15-64 enni e over 64 oltre all’aumento della spesa sanitaria per la cronicità ad oggi pari a 40 miliardi.

rcs 3Per alfabetizzare è necessario che il formatore sia in grado di potenziare il contesto di riferimento della formazione e, per fare questo, ha bisogno di sviluppare self empowerment e self leadership. “Al termine di un processo formativo bisogna avere l’intuizione relativa a come declinare cultura e sensibilità. Per essere “empowered”, bisogna sviluppare tre dimensioni di consapevolezza – ha detto Pier Sergio Caltabiano – quella intrapersonale, relativa alla conoscenza di sé, della propria mappa valoriale, il self empowerment perché noi trasmettiamo ciò che siamo; quella interpersonale, connessa alle relazioni intersoggettive e infine quella comportamentale, perché il comportamento che agiamo rispecchia i nostri valori. Connettere capacità e valori significa creare e quindi potenziare, quella che Massimo Bruscaglioni chiama “possibilitazione”. Chi è più potente ha più strade per arrivare ai suoi obiettivi, l’empowerment da possibilità, alternative, discernimento, valore alla differenza. Diamoci il permesso di aprire a noi stessi nuove strade. Il management che crea doverismi non fa empowerment perché non dà possibilità. I leader che vivono di controllo e impongono regole un eccessivo numero di regole, limitano la propria leadership. La Self leadership è altresì la nostra autoguida. È importante crearsi il maggior numero di possibilitazioni. Il management dell’educazione alla salute è un settore meraviglioso e noi oggi lo proviamo anche perché esempi come questo non sono diffusi in Italia, dove le reti civiche non sono generalmente così sviluppate. Presupposto fondamentale – ha proseguito Caltabiano - è la libertà di azione nei nostri contesti di vita e di lavoro. Sapere e divulgare come si sviluppa il SSR senza la congruenza valoriale depaupera il contenuto della nostra comunicazione. Noi ci ricordiamo ciò che ci emoziona di più. Facciamo quindi un “check-up” della nostra consapevolezza: quante relazioni ho e quanto mi interessa averle, come mi comporto e quanto sono congruente con la mia gerarchia valoriale attuale, quante possibilitazioni mi do’. Ancoriamo in modo emozionale ciò che ci accade nella vita perché il bilancio emozionale sia in positivo. Domandiamoci se <<siamo>> o se <<facciamo>> i Riferimenti Civici della Salute, perché l’esserlo ha a che fare con il livello identitario e non soltanto tanto tecnico. Il mio auspicio e augurio – ha concluso Caltabiano - è che siate consapevoli e congruenti nel fare ma soprattutto nell’Essere i riferimenti civici della salute dei cittadini e delle aziende sanitarie della regione siciliana”.

Il convegno ha raggiunto l’obiettivo di far incontrare i CCA e i Riferimenti Civici della Salute, con le Direzioni Aziendali e i Presidenti delle Conferenze territoriali dei Sindaci, nonché presentare il Programma Formativo svolto e consegnare gli Attestati di partecipazione.

 

Valentina C. Botta, serviziocomunicazione@cefpas.it

 

 

 

Pieremilio Vasta annuncia la nascita dell’associazione regionale dei riferimenti civici della salute



rcsNe ha dato comunicazione davanti ad una platea gremita Pieremilio Vasta, past president dei Comitati consultivi aziendali (CCA) regionali, presenziando alla tappa di chiusura del Programma Formativo dei Riferimenti Civici della Salute e dei CCA promosso da DASOE e CCA in collaborazione con il CEFPAS che ha certificato i 170 riferimenti civici della salute distribuiti su base regionale. “Nasce oggi l’Associazione Regionale dei Riferimenti Civici della Salute RETE CIVICA della SALUTE  - ha detto Vasta - la rete civica si corporativizza in seno al DASOE e diventa un “network d’inclusione sociale, una chiamata pubblica di cittadini consapevoli riconosciuti dal Servizio Sanitario Regionale (SSR) e coordinati per la migliore tutela della salute, per sé ed i propri cari”. L’associazione avrà il compito di sostenere le politiche pubbliche sanitarie, sociali, ambientali, culturali, per potenziare prevenzione ed educazione alla salute, per promuovere il corretto utilizzo dei servizi sanitari, rispondendo soprattutto alla necessità di formazione civica e riscoperta del valore dei doveri verso i beni comuni.

La rete civica della salute, lo ricordiamo, è stata istituita con documento di indirizzo n.77752 del 10/10/2014 dell’Assessore della Salute. Per valorizzare l’apporto al SSR della partecipazione civica negli organismi di empowerment in sanità, generati in Sicilia dalla L.r. 5/2009, sono tuttavia necessarie conoscenze e competenze da acquisire attraverso adeguata informazione e formazione, al fine di promuovere la cultura dell’integrazione dei cittadini nella e per la Sanità siciliana. Conoscere bene l’offerta dei servizi sanitari pubblici, essere informati meglio sull’accesso ed il buon uso corretto e responsabile, partecipare attivamente alla loro valutazione esterna, sono azioni indispensabili per salvaguardare il diritto costituzionale alla tutela della salute. L’alleanza sussidiaria dei Comitati Consultivi Aziendali rafforzati dall’azione integrativa dei cittadini quali “Riferimenti Civici della Salute” sul territorio è una risorsa importante nei percorsi di cura soprattutto per i malati cronici e per i malati terminali ospedalizzati.

 “I cittadini  - ha continuato Vasta  - sono stakeholders del servizio sanitario e collaboreranno per la prevenzione e promozione della salute in coerenza con quanto sancito dall’art. 118 della Costituzione e in applicazione all’art. 1 della legge 833 del 1978 e del "diritto dell’individuo e insieme interesse della collettività” -  nella consapevolezza che la dimensione della salute interseca tutte le dimensioni del welfare di comunità: sociale, ambientale, culturale. “Esprimo grande soddisfazione per un percorso che ha, consentito formalmente ai cittadini di svolgere attività di formazione nell’ambito delle aziende sul funzionamento del SSR - ha concluso Vasta - in linea con il principio di una sanità cittadino centrica. Anche all'interno delle aziende, come a Catania ad esempio, si stanno attivando protocolli di intesa ufficiali con i riferimenti civici per l’attuazione dei piani di prevenzione, ad esempio lo screening oncologico, e di promozione della salute e dei sani stili di vita”.

Il ruolo dei riferimenti civici della salute sarà di “subsidium” del Servizio Sanitario Regionale, per diffondere la cultura della responsabilità e consentire una fruizione più responsabile e sicura dei servizi sanitari. Bidirezionale il “flusso informativo”: dal sistema sanitario regionale al cittadino che riguardi tanto le informazioni sui percorsi di prevenzione quanto la semplificazione di accesso ai servizi e le politiche socio sanitarie regionale, e dal cittadino al SSR, per messo di “segnalazioni reali sui bisogni di salute”, monitoraggio dei determinanti di salute a livello urbano, opportunità di valutazione esterna dei servii assistenziali.

Due i livelli operativi:

-“Cittadini Informati” che ricevono le "Pillole della Salute", semplici informazioni utilissime, che sono ad oggi ben 62.000;

- i “Riferimenti Civici della Salute” riconosciuti dal SSR in ciascun Comune di residenza per esercitare il diritto costituzionale di partecipare attivamente al miglioramento e controllo del Sistema Salute della Sicilia e, in particolare, le seguenti funzioni in progressiva evoluzione attuativa: sostenere le politiche pubbliche sociali, ambientali e culturali per potenziare prevenzione ed educazione alla salute, al rispetto dell'ambiente e al senso civico, collaborare istituzionalmente con le Istituzioni ed i Servizi Assessoriali ed Aziendali di tutela della Salute, divulgare informazioni di tutela della salute; conoscere e promuovere le politiche pubbliche sui beni comuni: salute, ambiente, beni culturali, far conoscere le novità che semplificano l'accesso ai servizi sanitari, quando necessari, e sapere di più sul loro buon uso, segnalare particolari bisogni di salute della comunità, contribuendo a livello urbano al monitoraggio dei determinanti di salute dei cittadini, collaborare con il Comitato Consultivo dell’Azienda Sanitaria della provincia di residenza o dell'Azienda Ospedaliera d'interesse specifico; partecipare con metodologia organizzata alla valutazione esterna dei servizi sanitari per incentivare il miglioramento della performance individuale ed organizzativa.

Valentina C.Botta, serviziocomunicazione@cefpas.it

 

 

 

Partita a Catania e Messina la terza edizione dei corsi GAP



Mentre in Sicilia aumenta la quota dei giovani giocatori con profilo “problematico” stante ai dati dell’ultimo rapporto tra italiani e gioco d’ azzardo patologico (GAP) targato Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e la legge regionale a contrasto del fenomeno deve ancora approdare all’ARS, l’isola è fra le prime regioni italiane ad essersi dotata delle linee guida per prevenire il fenomeno e a costituire un tavolo tecnico permanente presso il DASOE a coordinamento della loro implementazione operativa sul territorio. Segno, questo, del forte committment sanitario a contenimento di un fenomeno dilagante che dà vita, in Sicilia, ad un "giro d'affari che non conosce crisi". 

A questo committment si ispira il protocollo stipulato tra CEFPAS e Asp Trapani, capofila di progetto, in coerenza con la Linea progettuale 11 del P.O. PSN 2012 “Sviluppo di competenze e servizi per GAP” in ordine al quale è stato avviato ieri a Catania il Modulo Base – “Formazione propedeutica GAP dall’Assessment Clinico alle terapie innovative” cui seguirà a novembre la formazione sanitaria.

gapIl corso, articolato in 3 giornate per una durata complessiva di 21 ore, si rivolge a 40 partecipanti per la prima giornata propedeutica e a 20 partecipanti, tra operatori sanitari dei SerT e agli operatori del terzo settore e delle Prefetture, per la seconda e terza giornata. Ogni giornata è accreditata ECM. Referente scientifico come per la precedente edizione, Guido Faillace Psichiatra, Psicoterapeuta – Direttore UOC Dipendenze Patologiche SerT ASP Trapani, esperto in aspetti legislativi in materia di droghe d’abuso e d’alcol.  Esperto in organizzazione dei servizi per la lotta alle dipendenze patologiche.

Docente del modulo base, Gabriele Zanardi, docente a contratto presso l’Università degli Studi di Pavia, psicologo e psicoterapeuta, esperto di diagnosi, interventi riabilitativi, ricerca e formazione il cui intervento approfondisce le dinamiche di sviluppo delle dipendenze comportamentali analizzando i modelli di analisi clinici e i relativi sistemi di prevenzione da implementare in adolescenza, fascia evolutiva particolarmente vulnerabile. Obiettivo dei numerosi lavori di gruppo, l’analisi di case histories finalizzata alla strutturazione di interventi efficaci.

La formazione sanitaria ha l’obiettivo di approfondire gli strumenti diagnostici e i profili di cura, l’inquadramento clinico della patologia da gioco aspetti che saranno curati dalla dott.ssa Rosaria Tiziana Pulvirenti - psicologo dirigente di I Livello Asp di Messina e componente del tavolo tecnico regionale permanente per tutte le fasi di applicazione delle linee guida per il contrasto al gioco d’azzardo patologico su territorio regionale; al dott. Giovanni Utano, dirigente medico presso il Ser.T. di Milazzo, psicoterapeuta autore del libro “vinciamoilgioco” è affidato il tema dei trattamenti tra psicoterapie e terapia psicofarmacologia, il protocollo terapeutico delle terapie di gruppo per giocatori e familiari. Il prof. Gioacchino Lavanco, ordinario della Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Palermo e ricercatore esperto sul GAP, approfondirà la formazione socio educativa riguardante gli aspetti psicosociali del gioco d'azzardo connessi alla diffusione, promozione e crescita del gioco d'azzardo problematico e patologico, i problemi connessi alla dimensione sociale della prevenzione, l’intervento sociale e familiare e l’incidenza sulla coesione familiare e sociale, effetti sul capitale sociale. Altri temi come le normative e la regolamentazione dei giochi, gli strumenti di protezione e tutela dei giocatori e dei familiari, l’analisi del mercato e la regolazione dei comportamenti di consumo al tempo della crisi economica, l’illegalità e il ruolo delle organizzazioni criminali nel mercato del gioco d’azzardo trattati sono affidati al dott. Gaetano Grimaldi, psicopedagogista clinico, dirigente ASP Catania e fondatore del gruppo di mutuo aiuto “Game Over” e al dott. Giovanni Utano.

Cinque le tappe regionali del corso: dopo Caltanissetta, Palermo, Catania-Messina, sarà la volta di Trapani e Siracusa.

Valentina C.Botta, serviziocomunicazione@cefpas.it

 

 

Convegno AIE Catania: ripartire dal dato per sostenere la salute delle comunità 

Catania 23-25 ottobre 2019

aie2019Bilancio in attivo per il 43simo Convegno AIE 2019, organizzato dalla Società Italiana di Epidemiologia in collaborazione con l’Assessorato Regionale alla salute, L’Università degli Studi di Catania, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, il Policlinico Vittorio Emanuele di Catania e il CEFPAS e conclusosi il 25 ottobre dopo tre giornate di intensa formazione-informazione. Elevati indici di partecipazione e di affluenza hanno confermato l’interesse crescente nei confronti del vivace dibattito scientifico e politico, di livello nazionale, sul tema “caldo” del referto epidemiologico e sul ruolo dell’epidemiologia, “una, nessuna, centomila” nell'attuale contesto sociale ed economico. “L’AIE ha oggi una funzione evangelizzante sul vettore essenziale per sviluppare la qualità della ricerca che è il dato e la conoscenza del dato – ha detto l’assessore regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale Roberto Lagalla intervenendo al termine del convegno e nell’ambito del Premio Maccacaro. "In un momento in cui anche il concetto di welfare è stravolto da una nuova diffusa consapevolezza: il wellness, salute piena e completa a livello individuale e di comunità, concetto che ha introdotto nuove prospettive anche in chiave epigenetica, includendo l’incidenza dei fattori ambienti e alimentari). È dal dato – ha concluso Lagalla – che elicita la “fase zero” della medicina che è la fase della prevenzione primaria. In questo momento, la sostenibilità delle scelte e del bilancio tra vantaggi e limiti della decisione impone comportamenti e strategie coerenti e rispondenti all’esigenza che promana dal dato. Auspichiamo che nel futuro ci sia una classe di decisori politici attenta ai numeri utili della conoscenza”.

Superare la “logica dei silos” e “fare sistema superando le settorialità”, adottare la logica della rete e dei sistemi che utilizza i numeri e le correlazioni significa costruire cornici di senso e interventi programmatici in grado di promuovere l’adozione di sani stili di vita, oggi più che mai chiave della prevenzione e della sostenibilità del sistema salute nelle comunità. In questa direzione, anche la giornata conclusiva del convegno AIE, dedicata alla salute negli spazi di vita e alle politiche intersettoriali, che ha puntato i riflettori sul ruolo del contesto sociale, economico e politico sulla salute delle persone. All’apertura affidata a Friday’s for future, l’iniziativa lanciata su scala globale dalla 16enne svedese Greta Thunberg per contestare il vuoto di politiche di contrasto all’emergenza del cambiamento climatico, hanno fatto seguito gli interventi di Paolo Vineis membro del Consiglio Superiore di Sanità e docente di epidemiologia ambientale all’Imperial College di Londra che pone l’interrogativo sulla effettiva presenza o meno del concetto di salute in tutte le politiche, Nicolàs Zengarini del Servizio Sovrazonale di Epidemiologia della Regione Piemonte con una descrizione sullo stato di salute della città di Torino, Margherita Ferrante dell’Università degli Studi di Catania con un focus sulla salute delle popolazioni che risiedono nelle aree vulcaniche e infine Annibale Biggeri dell’Università degli Studi di Firenze con una relazione sulla costruzione e decostruzione delle evidenze per le politiche e le responsabilità. 

Le nuove sfide sanitarie emergenti, su cui si è incentrato il convegno, riguarderanno sempre più cronicità, calo demografico, fragilità, cambiamenti ambientali, mancanza di equità d’accesso ai servizi e alle cure, incremento del disagio mentale e la loro contestuale prevalenza a livello territoriale. Anche l’inquinamento ambientale e le emergenze naturali incideranno sempre più sullo stato di salute collettivo. Si torna a parlare di contesti complessi e multi sfaccettati che necessitano l’adozione di un “approccio multilaterale, transdisciplinare e  plurale”. E se l’epidemiologia non è la risposta alle domande tutt’ora aperte ma può svolgere un “ruolo chiave, dalla fase pre-emergenza per la previsione, sorveglianza, analisi di vulnerabilità e resilienza della popolazione, a quella dell’emergenza naturale, per quanto riguarda raccolta di informazioni e valutazione dei danni sulla salute ed, ancora, a quella post- emergenza, per la valutazione degli effetti sanitari a breve e a lungo termine, l’identificazione dei sottogruppi di popolazione più fragili, la valutazione di impatto sanitario, interventi e piani di sorveglianza”. trova nell’epidemiologia tra di esse .

aie 2Per quanto riguarda la Sicilia, alea iacta est, i dati emersi non lasciano troppo spazio a dubbi: la prevalenza di obesità e sovrappeso, come si apprende dalla dichiarazione rilasciata dal presidente di AIE Salvatore Scondotto, dirigente presso l’osservatorio epidemiologico regionale, “interessa, complessivamente quasi la metà (46%)  della popolazione adulta, analogamente a sedentarietà, con una prevalenza maggiore rispetto alla media del resto del Paese. Negli ultimi anni, si registra, invece, un calo del 4% dell’obesità infantile. Per quanto riguarda fumo e alcool la Sicilia vede ancora una frequenza di fumatori pari al 28% ed è, invece, decisamente più virtuosa sul tema del consumo alcolico. Un fenomeno quest’ultimo che, registra, più in generale, un gradiente inverso tra Sud e Nord, a scapito delle regioni settentrionali, sia per i consumatori a rischio che per quelli abituali”.

Dobbiamo dare valore ai dati epidemiologici nella programmazione sanitaria  - ha detto Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale DASOE (Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico) dell’Assessorato Regionale Siciliano - per costruire a livello regionale strategie di intervento e applicabilità dei piani nazionali”.

La formazione e l’informazione nell'ambito dell’epidemiologia, come queste tre giornate confermano, sono azioni fondamentali per coniugare i riferimenti e la comunicazione del dato – ha detto Pier Sergio Caltabiano, direttore della Formazione del Cefpas intervenuto nell'ambito della tavola rotonda finale dedicata al tema del referto epidemiologico. “Gli epidemiologi sono professionisti della salute e della conoscenza applicata alla salute ed hanno la responsabilità del dato. La qualità dell’informazione e la responsabilità di chi presidia e divulga l’informazione sulla salute devono essere, oggi più che mai, percepibili in modo distinto e chiaro da parte del cittadino. Cosa cambia quando il dato viene trasferito, cosa si apprende dal dato? I dati sono efficaci se intervengono valorialmente sul cambiamento degli stili di vita e quindi se elicitano un apprendimento reale ed è questa la sfida che coinvolge tutti, epidemiologi, governance e formatori. Creare certezza dell’informazione è oggi l’aspetto sfidante. Altra questione sfidante è quella valoriale - ha concluso Caltabiano - legato alla forza che una professione riesce a fare scaturire. Quanti, al fine del proprio percorso di studi liceali dicono “voglio fare l’epidemiologo?” o chi, riferendosi a se stesso dice di “essere” un epidemiologo. La sfida è quindi di creare uno scenario valoriale diffuso attorno all’epidemiologia perché la formazione sia orientata a creare epidemiologi consapevoli e professionalmente soddisfatti”. 

Valentina C. Botta, serviziocomunicazione@cefpas.it

 

 

 

Formazione dei micologi. Intervista ad Angelo Foresta 



funghi 1È stata la nona edizione del corso Cefpas UNPISI Determinazione pratico ispettiva delle specie micologiche autunnali. I funghi Clitocyboidi quella conclusasi il 19 ottobre scorso, che ha visto, tra i partecipanti, 35 Micologi esperti in servizio individuati dalle Direzioni generali delle ASP  della Sicilia.

Abbiamo chiesto al responsabile scientifico Angelo Foresta  (Asp Palermo) i motivi della longevità del percorso formativo.

“Compito del micologo è determinare quale fungo consumato sia la causa dell’intossicazione dei soggetti che giungono in Pronto Soccorso. Le procedure prevedono che il sanitario, diagnosticata l’intossicazione da funghi anche grazie alle dichiarazioni del paziente, chiami immediatamente l’ispettorato o l’ispettore micologo dell’ASP. Questi interviene analizzando resti di pulitura, resti di pasto, resti di funghi non consumati. Per garantire una tale professionalità ed efficacia, è richiesto un costante allenamento nell'attività pratica di determinazione e cernita del materiale fungino fresco, cosa che risulta non sempre possibile attuare nella normale fase operativa, sia per motivi di tempo, sia perché non in tutti gli ambiti territoriali gli operatori hanno la stessa possibilità di venire a contatto con una  sufficiente varietà e quantità di specie sottoposte a controllo. Da qui la particolare importanza dello svolgimento di una regolare attività di aggiornamento in materia”.

Ha parlato di professione e di standard della prestazione. I micologi hanno un albo?

“Sì, è il Registro nazionale dei micologi istituito presso il ministero della salute attribuisce a tutti gli iscritti un identificativo di registrazione. Il D.M. 29 novembre 1996, n. 686 stabilisce i criteri per il rilascio dell'attestato di micologo e le relative modalità. L'attestato di micologo  - cui è attribuito il compito di riconoscere e controllare i funghi epigei freschi e conservati, nell'ambito di strutture pubbliche (ispettorato micologico delle ASL) o private (responsabile del controllo nella filiera produttiva) - è rilasciato dalle Regioni e Province autonome, a seguito di partecipazione ad un corso di formazione teorico pratico, secondo programma ministeriale e con obbligo di frequenza ed esame finale. Le Regioni e Province autonome provvedono alla iscrizione dei micologi in registri regionali e il Ministero della Salute provvede alla redazione e pubblicazione in gazzetta ufficiale del registro nazionale dei micologi. Inoltre, la stragrande maggioranza dei micologi afferisce ad UNPISI, associazione nazionale dei tecnici della prevenzione, dal momento che il profilo professionale del micologo è assimilabile a quello del tecnico della prevenzione. Qui al Cefpas, tempo fa, abbiamo organizzato già un corso biennale, in collaborazione con il CEFPAS, per formare nuovi micologi”. 

Quali sono gli obiettivi di questo corso e come si struttura?

“Parlerei più di obiettivi: aggiornare le conoscenze e le competenze e allenare il micologo ad identificare funghi, con particolare riferimento alle innovazioni introdotte dagli studi genetici; offrire un’esercitazione pratica da svolgere in piena stagione micologica di grande valenza sia in fase di escursione guidata in habitat che consente di associare le specie rinvenute agli ambienti preferenziali od esclusivi di crescita sia nella successiva attività di studio e determinazione assistita del materiale raccolto, da effettuare in sottogruppi. Il programma del corso alterna all'attività pratica determinativa  - con funghi freschi - a lezioni frontali per fornire ai discenti un ulteriore strumento di studio degli elementi anatomici dei funghi, finalizzato al riconoscimento delle specie, con approfondimenti sui caratteri microscopici e macroscopici nonché sugli aspetti tossicologici e sanitari relativi ai funghi Clitocyboidi. Il primo dei cinque giorni di corso, generalmente il lunedì, è dedicato alla lezione frontale al Cefpas. Nelle giornate successive, dal martedì al venerdì, il gruppo si trasferisce presso strutture limitrofe alle zone prescelte per le escursioni, durante le quali si raccoglie il materiale fungino fresco su cui si lavora suddivisi in gruppi e supervisionati da un tutor dal docente per studiare e approfondire le tipologie, con particolare riferimento alle specie trattate nel corso della giornata frontale. I funghi crescono in ambienti e in condizioni climatiche diverse e pertanto vi è un’enorme variabilità che necessita continua formazione e aggiornamento. Giovedì mattina si farà un a seconda escursione per diversificare gli habitat. Negli anni ci siamo spostati per diversificare habitat e tipologie”.

 Possiamo dire che ci sono funghi “pericolosi per la salute”?

“Tanti sono i funghi pericolosi per la salute, certamente sono più dei funghi commestibili. Per questo è importante fare molta informazione e formazione sulla loro identificazione. Anche perché non c’è una stazione di crescita di funghi pericolosi né in Sicilia né a livello nazionale, perciò possiamo trovarli ovunque”.

Valentina C. Botta, serviziocomunicazione@cefpas.it

 

 

 

 


 

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