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Cefpas FlashNews 25 ottobre 2019

 
Servizio Comunicazione CEFPAS
Cefpas FlashNews 25 ottobre 2019
di Servizio Comunicazione CEFPAS - giovedì, 24 ottobre 2019, 14:20
 


Cefpas FlashNews  25 ottobre 2019





Il ruolo dell’epidemiologia negli spazi di vita e nelle politiche intersettoriali. Se ne discute a Catania nel corso del 43° convegno dell’Associazione Italiana di Epidemiologia

“Fare sistema e superare le settorialità” è il messaggio che arriva dal XLIII Convegno AIE, dove si evidenzia il ruolo chiave dell’epidemiologia negli spazi di vita e nelle politiche intersettoriali».


aie convegno cataniaCATANIA 25 OTTOBRE - Si apre all’insegna della salute negli spazi di vita e nelle politiche intersettoriali la terza e conclusiva giornata del XLIII Convegno AIE “L’Epidemiologia una nessuna e centomila: quale contributo per le decisioni in sanità pubblica?”, organizzato dalla Società Italiana di Epidemiologia in collaborazione con l’Assessorato Regionale alla salute, L’Università degli Studi di Catania, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania, il Policlinico Vittorio Emanuele di Catania e il CEFPAS.

E’ ormai patrimonio consolidato della comunità scientifica che si occupa di promozione della salute il fatto che la salute degli individui dipenda solo in parte dall’offerta di servizi sanitari per la cura delle malattie. Sin dalla dichiarazione di Alma Ata sulle cure primarie (1978) e dalla Carta di Ottawa (1986) per la promozione della salute, si riconobbe il ruolo che il contesto sociale, economico e politico ha sulla salute delle persone.

 

L’intervento di apertura è stato affidato a Fridays for Future , l’iniziativa lanciata su scala globale dalla 16enne svedese Greta Thunberg per contestare il vuoto di politiche di contrasto all’emergenza del cambiamento climatico.

Fridays for future è nato nell’agosto del 2018, quando la studentessa Greta Thunberg ha iniziato una protesta di tre settimane di fronte al Parlamento svedese contro «l’assenza di azioni sulla crisi climatica». Il sit-in ha iniziato a rimbalzare sui social grazie alle cronache della stessa Thunberg, diffuse via Twitter e Instagram. Il suo sciopero si è trasformato in appuntamento fisso, portando la giovanissima attivista tutti i venerdì di fronte alla Camera di Stoccolma con un cartello che immortala il suo slogan: Skolstrejk för klimatet, Sciopero della scuola per il clima. Il caso ha ispirato suoi coetanei su scala internazionale, dando il via a 300 manifestazioni simili in 30 paesi in tutto il mondo.

 

Tra i relatori: Paolo Vineis membro del Consiglio Superiore di Sanità e docente di epidemiologia ambientale all’Imperial College di Londra che pone l’interrogativo sulla effettiva presenza o meno del concetto di salute in tutte le politiche, Nicolàs Zengarini del Servizio Sovrazonale di Epidemiologia della Regione Piemonte con una descrizione sullo stato di salute della città di Torino, Margherita Ferrante dell’Università degli Studi di Catania con un focus sulla salute delle popolazioni che risiedono nelle aree vulcaniche e infine Annibale Biggeri dell’Università degli Studi di Firenze con una relazione sulla costruzione e decostruzione delle evidenze per le politiche e le responsabilità.


La situazione italiana, così come quella mondiale registra, dagli anni 60 ad oggi, un aumento delle emergenze naturali, sia come frequenza che come intensità.
In questo scenario complesso e multidisciplinare, viene evidenziato come l’epidemiologia svolga un ruolo chiave in tutte le fasi del processo che riguarda una emergenza naturale: “Nella fase pre-emergenza per la previsione, sorveglianza, analisi di vulnerabilità e resilienza della popolazione; in tempo reale, ossia nella fase vera e propria dell’emergenza naturale per quanto riguarda la raccolta di informazioni e valutazione dei danni sulla salute ed infine nella fase post emergenza, per la valutazione degli effetti sanitari a breve e a lungo termine, la identificazione dei sottogruppi della popolazione più fragili, la valutazione di impatto sanitario, la valutazione degli interventi e dei piani di sorveglianza”.

“Le aree vulcaniche rappresentano sorgenti naturali di rischio per le possibili emissioni di inquinanti naturali (ceneri, radon, polveri, metalli, anidridi e ossidi, idrocarburi policiclici aromatici) creando condizioni peculiari del suolo, del sottosuolo e dell’aria”.

Il gruppo del Laboratorio di Igiene Ambientale e degli Alimenti dell’Università di Catania diretto dalla prof.ssa Margherita Ferrante da molti anni ha condotto ricerche per caratterizzare tali fattori di rischio in relazione alla salute della popolazione.

“E’ stato messo in evidenza il ruolo importante dei componenti di tali emissioni sull’insorgenza di alcune patologie”, spiega la prof.ssa Margherita Ferrante, “ma si è confermato il ruolo ancora più importante degli stili di vita (dieta, movimento, cessazione del fumo di sigaretta e del consumo di alcol e droghe) per la prevenzione delle malattie cronico-degenerative”.

Ufficio Stampa AIE


Autismo e disturbi ortottici, concluso il corso al CEFPAS



Si è concluso il 23 ottobre al CEFPAS con ampio successo il corso “Implicazioni ortottiche nell’autismo e nei disturbi specifici dell’apprendimento attenzione e iperattività (21-23 ottobre 2019) che ha visto una partecipazione rappresentativa a livello nazionale: erano presenti in aula corsisti, oltre che dalla Sicilia, anche dal Trentino Alto Adige, dall’Emilia Romagna, dal Lazio e dalla Campania.

Il progetto, nato dalla collaborazione con la presidente dell’Associazione Italiana Ortottisti Assistenti in Oftalmologia (AIOrAO)  sez. Sicilia Flora Mondelli, ha l'obiettivo di focalizzare i disturbi di natura ortottica nell’autismo e nei disturbi specifici dell’apprendimento, attenzione e iperattività, rinforzando le competenze riabilitative dell’ortottista.

In particolare, la sessione pomeridiana della prima giornata dal titolo “L’ortottica entra a scuola per parlare di difficoltà di apprendimento e DSA”, condotta dall’esperto ortottista Lucia Barbara Della Porta (Università degli Studi di Verona), ha visto la presenza in aula oltre che degli ortottisti, anche di docenti interessati alle tematiche trattate, provenienti dai seguenti Istituti Comprensivi “Leonardo da Vinci” di Mascalcia (CT), “Maria Montessori – Pietro Mascagni” di Catania, “Nino di Maria” Delia –Sommatino (CL). Presenti, inoltre, i docenti: Danila Polizzi – educatore professionale ASP 3 CT che è intervenuta in merito alla fisiopatologia dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), autismo e del disturbo da deficit di attenzione /iperattività (ADHD); Francois Vigneux – ortottista dell’Istituto Riabilitazione di S. Benedetto del Tronto (AP) che ha approfondito  la realizzazione del progetto riabilitativo del bambino con difficoltà visive; Adriana Balzano, segretaria nazionale AIOrAO e ortottista dell’ASP Crotone, esperta nell’individuare e realizzare il materiale utile ad una riabilitazione personalizzata; Benedetto Galeazzo, ortottista libero professionista di Palermo, esperto nei trattamenti innovativi, dallo sport vision al trattamento della dislessia.

Daniela Giordano, giordano@cefpas.it, 

 

 

 

Fare rete per l'ecosistema salute. Concluso a Palermo il Forum Ambrosetti 



assessore razza forum ambrosetti“Puntare ad una nuova politica della salute e della sanità in Sicilia” - questo l’obiettivo del governo siciliano dichiarato dal presidente della Regione Nello Musumeci al termine dell’Evento Meridiano Sanità Sicilia promosso dall'Assessorato della Salute regionale e organizzato dall’European House Ambrosetti e dal CEFPAS col patrocinio di Ars e Regione, “Il valore del’ecosistema della salute come leva di crecita economica, coesione sociale, sviluppo eco sostenibile di un territorio” tenutosi a Palermo nella cornice del Palazzo dei Normanni dal 18 al 19 ottobre. “La Sicilia nei prossimi vent’anni avrà il più alto tasso della popolazione oltre i sessantacinque anni – ha detto Musumeci – e dobbiamo essere in grado di garantire una sana qualità della vita ed un contesto sociale adeguato all’anziano”.

“Ecosistema”, “cambiamento” e “Rete” sono state le parole chiave dell’evento palermitano che ha avuto una grande eco internazionale così come il parterre di ospiti che vi hanno preso parte, a cominciare dal prof. Paul Wilkinson, Professore di Enviroment Epidemiology, London School of Hygiene and Tropical Medicine secondo il quale i cambiamenti climatici, a fronte dei dati di esito di ricerche transnazionali, indicano l’esigenza di andare incontro ad una “economia a basso uso di carbone” la cui combustione genera un peggioramento della qualità dell’aria responsabile della perdita di circa 6 mesi di vita pro capite. Anche l’utilizzo massivo dei fertilizzanti chimici in agricoltura, secondo i dati presentati dal prof Wilkinson, ha comportato negli anni l’incremento dell’inquinamento atmosferico dimostrando che la dieta imposta dall’industria alimentare produce impatto sull’ambiente in termini di gas serra.

Il Rapporto Lancet recentemente pubblicato, mostra dati che correlano il dimezzamento dei rifiuti, dei gas serra e all'abbandono delle diete ispirate all’“industria alimentare” alla riduzione delle coronaropatie. Ancora una volta, i dati internazionali si esprimono a favore del valore del movimento e dei sani stili di vita: meno carbone significa anche una vita più attiva, riduzione di patologie di patologie cerebrovascolari, di traumi e di ferite causate da incidenti. In Sicilia e in Italia, i dati rilevano che l'impatto più grave del cambiamento climatico è causato dal freddo; si auspicano innovazioni nell'edilizia a fini preventivi ancorché protettivi. In Europa, invece, le morti premature sono collegate all'emissione di particelle che provengono dalla combustione industriale del carbone; solo Copenaghen, al momento, sta puntando all'utilizzo neutrale del carbone. La tutela del clima per garantire qualità nella salute si impone in ascesa tra le sfide planetarie. “Anche il concetto di salute si evolve” – ha detto Silvio Brusaferro Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità  - “la principale chiave per comprendere come cambierà la qualità dell’ecosistema salute, vero volano del progresso economico e sociale del nostro paese, è la sua capacità di adattarsi e autogestirsi rispetto alle continue sfide sociali”. “La salute non è un problema individuale – ha chiarito Brusaferro – è eco sistemico ed economico”. Maggiore equità nel sistema salute significa prevenire per tutelare e dare ad ognuno la possibilità di avere standard adeguati ed un’uguale accessibilità alle prestazioni, alle risorse e ai servizi del sistema salute. Sono cambiati anche i determinanti della salute: l’ambiente sociale, comportamentale ed economico, l’impatto dello screening, delle vaccinazioni e le contaminazioni indoor. Su questi pesano l’evoluzione demografica e sociale e l’evoluzione tecnologica. Molte le sommesse dell’ecosistema salute: l’aumento della popolazione anziana  - che vede a tutt'oggi migliaia di centenari in buona salute nel nostro paese - e la gestione dei disturbi depressivi. Altre frontiere: la solitudine prevalente, la fragilità e la multi morbosità. “Gli indicatori OCSE – ha affermato Brusaferro - ci dicono che preformiamo bene ma che ci sono ancora ambiti di miglioramento su fumo, obesità e uso di antibiotici”. Anche la percezione della sanità in Italia, rilevata da recenti panel di ricerca curato dall'Agenzia europea di statistica, ha messo in chiaro un maggiore pessimismo degli italiani rispetto all’esito delle cure ospedaliere. “Bisogna fare crescere il prodotto interno di felicità. Nel ranking dell’ "Happiness report" mondiale l’Italia è solo al 36° posto". Gli auspici: una società dove la salute sia al centro con progetti development e goals che consideri tutti i 17 obiettivi per uno sviluppo sostenibile”.

ambrosettiAnche le “P” della salute cambiano: promozione, prevenzione, predizione, personalizzazione, protezione, partecipazione, lavorare in rete, in team. “Per questo motivo – chiude Brusaferro - bisogna superare il paradosso di Boston e intervenire a livello infrastrutturale e sistemico, investire in fiducia per garantire salute e realizzare la Società 5.0:  inclusiva, sostenibile, centrata sull’uomo, connessa, aperta all’innovazione, orientata alla governante in cui, come afferma David Stuckler, << la risorsa più importante per il benessere delle società sono le persone>>. 

Anche Antonio Gaudioso (segretario generale di Cittadinanzattiva) ha individuato nella cronicità e nella risoluzione del rapporto di continuità povertà-accesso alle cure, la sfida dell’ecosistema salute. Nel primo caso, non esistono in Italia percorsi di certificazione lineari per aver accesso, ad esempio, al contributo per l'invalidità, nel secondo, l’abolizione del super ticket non risolve le disuguaglianze sociali in termini di equo accesso alle cure, motivate dalla cattiva alimentazione, carenza delle reti infrastrutturali e dei trasporti, assenza o scarsa presenza dei servizi sul territorio. “Il problema è sistemico – afferma Gaudioso - è che ogni investimento deve avere un ancoraggio sui livelli di servizio che si offrono ai cittadini in questo momento. Che valore ha l’incognita climatica sulla qualità della salute? Sappiamo che incidenza ha il ciclo dei rifiuti sulla salute, la “terra dei fuochi” per citare un caso. Ma le persone muoiono anche perché non si sottopongono agli screening, perché sono ancora inefficaci i modelli di presa in carico delle patologie. Bisogna investire sui servizi territoriali e sui modelli di presa in carico flessibili. In Italia non abbiamo dati unitari: solo 11 regioni hanno elevati livelli di informatizzazione dei dati e solo in 7 regioni tali sistemi dialogano tra loro. Due segnali importanti spiegano perché ce la possiamo fare – ha chiuso Gaudioso - la Sicilia è avanti sui test genetici così come in Campania si sono utilizzati i fondi per la prevenzione delle patologie oncologiche. La fiducia si costruisce quando le persone decidono di farsi curare in casa propria. La vera sfida istituzionale è fare sì che ciò accada”.

La digitalizzazione dei sistemi diventa a questo punto tanto necessaria quanto strategica. David Gheller – Public sector Lead, Google Cloud ha riferito che la mole di dati sanitari raddoppierà ogni 73 giorni e la difficoltà più grande consisterà nel saper leggere questi dati perché arrivano da software diversi, l’intelligenza artificiale con l’aiuto del medico. Anche Veronica Jagher – Director Industry solutions Health, Microsoft, ha puntato i riflettori sull’impiego dei metadata come risorsa per una sanità “liquida” in grado di intervenire “everywhere everytime” a supporto dell’aspetto clinico e della tutela della sicurezza dei dati di sistema e della privacy del cittadino. “Ogni cittadino tra vent’anni avrà almeno un giga di dati che lo riguarderanno pertanto la sanità che impiega l‘intelligenza artificiale e i servizi Cloud garantirà la fluidità dei dati e la precisione nelle diagnosi. Nel 2030 l’esigenza sarà l’investimento in prevenzione e in terapie individualizzate, nella digitalizzazione degli ospedali dotati di con piattaforme accessibili, in Chatbot che consentano ai pazienti di interagire con infermieri e medici in tempo reale per un immediato intervento sui piani terapeutici”. Uno dei vincoli all'innovazione è la spesa che comporta l’investiento in infrastrutture e tecnologie. Ma anche la malattia ha un costo. “In Africa pesa tre trilioni di dollari – ha detto Nicoletta Luppi  Vice Presidente e Amministratore Delegato MSD Italia - è la malattia che non è sostenibile. La medicina ingegnerizzata costa ma l’investimento nella ricerca è necessario. Bisogna potenziare l’investimento pubblico nell’innovazione considerano un ROI, come ad esempio si è già fatto nel caso dei Vaccini”. E ancora: riduzione degli sprechi, introduzione di un ragionamento olistico “senza silos” come ha detto il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri video intervenendo all’evento. “La parola chiave – ha chiarito - è FARE RETE, nella gestione di qualsiasi patologia, favorendo il modello hub-spoke e l’integrazione con i servizi socio-assistenziali locali. Selezionare chi fa cosa e dove, per assicurare una presa in carico del paziente condivisa su tutto il territorio regionale, ancora meglio se nazionale, che eviti sprechi di tempo e di risorse e garantisca una migliore qualità delle cure. Fondamentali sono anche le risorse a disposizione. Ricordo allora i due miliardi in più destinati al Fondo sanitario nazionale confermati per il 2020. E altri due per l’edilizia sanitaria e l’ammodernamento tecnologico”.

Secondo l’Ambasciatore della Giordania Fayiz Faharan Saleh Khouri la Salute è l’industria più grande del mondo e che sono le scelte politiche a determinarne la qualità. Tre le aree su cui i decisori internazionali devono mobilitarsi: i cambiamenti climatici, la collaborazione tra paesi interessati dal fenomeno migratorio per realizzare progetti integrati orientati al trattamento delle patologie dell’elevatissimo numero dei rifugiati. In questo senso, la Giordania e l’Italia stanno già collaborando, segno di come il mediterraneo dovrebbe essere anch’esso posto al centro dell’ecosistema salute mondiale. Anche Pedro Nuno BartoloAmbasciatore del Portogallo in Italia ha dichiarato che la spesa totale del sistema salute in Portogallo è pari al 7% del PIL ma il paese esporta 1 miliardo di euro di farmaci. Per questo motivo il Portogallo ha già applicato una misura sul prezzo delle medicine e sta aumentando il potere di negoziazione per migliorare l’accesso dei pazienti ai servizi e alimentare la sostenibilità dei sistemi sanitari. “La salute e l’eco sistema devono diventare volani di sviluppo sostenibile delle nostre società” – ha concluso Bartolo. Ha commosso la platea Mauro Ferrari professore dell’Università di Washington, direttore di “Harrowhead farmaceutici” e Fondatore di “BrYet Holdings” a Londra, prossimo a ricoprire l’incarico di presidente dell’European Research Council, istituto che finanzia ricerca in grado di un cambiare la qualità della vita delle popolazioni. Nel suo accorato intervento, in cui ha parlato di medicina e ricerca come “servizio” ai cittadini, Ferrari ha ricordato l’importanza delle direzioni strategiche per la ricerca in medicina: piattaforme digitali, piattaforme biologiche, neuro e nano tecnologie per la ricerca in medicina oncologica, medicine rigenerative  - che in Sicilia trovano trovano già un centro d’eccellenza. “Il digitale ha ridefinito la tassonomia della scienza. Un esempio è la telemedicina” – ha detto Ferrari. Alcuni degli esempi citati dal professore hanno riguardato l’accesso ai servizi per le persone con difficoltà nella deambulazione, l’impiego dei visori digitali tanto nel processo di care giving oncologico quanto nell’insegnamento, programmazione, interventistica chirurgica, gestione e terapia del dolore e nella prevenzione degli stroke per diagnosticare pattern neurologici associati all’uno o all’altro tipo di patologia. Ci sono APPs approvate dall’OMS, come “Reset” ad esempio, impiegate come farmaci perché efficaci come e quanto quelli tradizionali. “La più grande trasformazione nella storia della medicina  - ha detto il dott. Ferrari - è il quantum computing che consente di personalizzare la medicina. La prescrizione personalizzata sulla base del patrimonio genetico di base e sulle sue variazioni così come gli studi sul micro bioma rappresentano la frontiera su cui stiamo lavorando”.  A conclusione dell’evento, i dati sull’Italia sono stati presentati da Roberta Crialesi  - Dirigente del servizio Sistema integrato salute, assistenza, previdenza e giustizia Istat. Nel nostro Paese, l’incidenza del rapporto "titolo di studio elevato" e "aspettativa di vita" ha una correlazione significativa; persiste anche disuguaglianza tra le varie regioni. I dati sulla Sicilia mostrano peggiori condizioni di vita che incidono anche a livello di genere, le donne hanno più limitazioni; elevato anche il tasso di sedentarietà, obesità, dato esteso al Sud Italia dove un bambino su tre è in sovrappeso. Pietro Vento, direttore dell’Istituto Demopolis, ha presentato i dati di una recente indagine che ha interessato 2000 soggetti cui era stato chiesto di dare un voto al sistema sanitario italiano, ai medici di famiglia, alla qualità degli esami diagnostici, alle strutture, al pronto soccorso e alle liste d’attesa. Il campione percepisce un peggioramento della qualità del sistema nel 43% dei casi, soprattutto al Sud, a causa della mancanza di risorse. Il 90% si rivolge al medico di famiglia per la prescrizione dei farmaci e delle visite specialistiche ma solo l’8% lo fa per prevenzione. Le informazioni sugli screening nel 66% sono fornite da “dr. Google” ed è ancora prevalente l’impatto delle fake news su informazioni che riguardano l’acquisto dei farmaci, le visite specialistiche, le analisi, le prescrizioni e i presidi ortopedici. “Bisogna aumentare la nostra capacità di cura in tutto il ciclo di vita – ha detto Giovanni Toti, Presidente Regione Liguria e Vice Presidente della Conferenza Stato-Regioni - il sistema ospedaliero deve spesso vicariare l’assenza di altri sistemi micro e macro sociali”. Il presidente Toti ha quindi affermato che anche l’assistenza integrata del servizio domiciliare potrebbe contribuire a risolvere, in sinergia con la componente tecnologica e la capacità di analisi, la gestione della presa in carico del paziente. “Questa è una sfida per tutte le Regioni – ha concluso – mettere a sistema gli investimenti del Ministero della Salute e valorizzare i Patti territoriali; la rete fra le regioni migliorerebbe l’integrazione dei modelli di cura, l’investimento sugli IRCCS, l’aderenza al Patto della Salute e la ricerca di soluzioni integrative al bilancio del PSN”. 

Perché “la vita in salute non è mai abbastanza”.

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